- 088) Duane Eddy - Theme from Dixie (eddy)
- 089) Kenny Ball & the Jazzmen - Midnight in Moscow (solovev-sedoj-ball)
- 090) Brenda Lee - Let's jump the broomstick (robins)
- 091) Lonnie Donegan - Lumbered (bricusse.newley)
- 091) Lonnie Donegan - Michael row the boat (arr. lonegan)
- 092) Neil Sedaka - Little devil (sedaka-greenfield)
- 093) Eden Kane - Get lost (vandyke)
- 094) The Ventures - Perfidia (borras)
- 095) Adam Faith - Don't you know it (vandyke)
- 096) Don Gibson - Sea of heart break (hampton-david)
- 097) Johnny Burnette - Little boy sad (walker)
- 099) Charlie Drake - My boomerang won't come back (diamond-drake)
- 100) Craig Douglas - 100 pounds of Clay (elgin-dixon-rogers)
un anno della nostra storia, ricostruito tra "fumi" di documentati ricordi, a futura memoria. L'Archivio della memoria non deve estinguersi con la vita di chi lo possiede. Le generazioni che cedono il passo hanno il dovere di conservare e trasmettere traccia del loro vissuto
lunedì 24 novembre 2014
British Hot 100 (pt. 8)
Salone Internazionale dell'Automobile di Torino (7 novembre 1961)
Una delle cose più piacevoli, quando
ci capita di provare una vettura, è di imparare a conoscere il
cambio. Ciò nel caso di vetture "strane" come la Citroen
Ami 6. E' appunto una delle macchine il cui cambio non ha la prima
in alto, ecc. Con una macchina normale, con una macchina cioè come
ce ne sono tante, il collaudatore vi dice semplicemente: "Guardi
ha la prima in alto" e aggiunge invariabilmente "come sulla
Fiat".
La Citroen Ami 6 non è di queste. Ha
la prima in basso e, in corrispondenza di essa, la retromarcia.
Uno, dunque, tira a sé la leva del cambio che è posta sul cruscotto
e per innestare la seconda torna a spingere la leva ma spostandola
leggermente verso destra. La terza è in basso nello stesso "asse"
della seconda, mentre la quarta si trova di nuovo in alto e per
infilarla occorre far si che la leva venga di nuovo premuta verso
destra.
[...] I primi minuti della nostra
prova, dunque li occupammo in questa bisogna, il che ci ha distratto
per un certo tempo dalle altre caratteristiche del veicolo.
Soffermandoci, dunque, sull'estetica,
dichiarando senza indugi che era difficile fare una macchina più
brutta di questa. C'è un certo gusto dell'orrido, specialmente nel
modo come è stata trattata la parte anteriore, degno di miglior
causa. Ma la parola bruttezza non fa davvero paura alla Citroen.[...]
Con i suoi 600cc. di cilindrata appena,
la Ami 6 è però una macchina da far invidia a una 1100, sebbene
quel motore non possa far miracoli se non per quanto riguarda il
consumo che ci dicono davvero irrisorio. Non può fare miracoli,
dicevamo, nel senso della ripresa e della velocità massima,
requisiti - d'altra parte - che in una macchina sono quasi sempre
in funzione indiretta del consumo medesimo.
[...] Posto che non c'è da aspettarsi
scatti fulminei al sopraggiungere del verde, vi sorprenderà
piacevolmente in questa macchina l'ottima aderenza al terreno in
rettilineo, il comfort da grande routiere e, meno, l'eccessivo
coricamento in curva che non equivale - sia chiaro - ad una scorretta
tenuta di strada, ma ad un semplice coricamento come quei guidatori
che accompagnano con la testa le virate della loro macchina. Scarso
il rumore del motore che tuttavia è un bicilindro e molto spazioso
l'abitacolo.
Conoscendo la proverbiale solidità
della Citroen non ci vuole molto a capire che anche questa sua ultima
creatura rientra egregiamente tra le macchine splendidamente
pratiche.
Driver
domenica 23 novembre 2014
British Hot 100 (pt. 7)
- 075) Laurie Johnson - Sucu sucu (suarez)
- 076) Tony Orlando - Bless you (mann-weil)
- 077) Neil Sedaka - Calendar girl (sedaka-greenfield)
- 078) Emile Ford - Counting teardrops (greenfield-mann)
- 079) Eddie Cochran - Weekend (post)
- 080) Connie Francis - Together (brown-henderson-de sylva)
- 081) Buddy Holly - Baby I don't care (leiber-stoller)
- 081) Buddy Holly - Valley of tears (domino-bartholomew)
- 082) Jerry Lee Lewis - What'd I say (charles)
- 083) Linda Scott - I've told every little star (kern-hammerstein)
- 084) Elvis Presley - It'snow or never ('o sole mio) (di capua-gold-schroeder)
- 085) Ray Charles - Hi the road Jack (mayfield)
- 086) Karl Denver - Mexicali rose (tenney-stone)
- 087) Bobby Vee - How many tears (goffin-king)
Salone Internazionale dell'Automobile di Torino (5 novembre 1961)
[...] non possiamo sottrarci alla tentazione di ascoltare
due giovani "standiste" ossia quelle signorine pazienti e affabili
che si fanno in quattro per soddisfare le esigenze dei clienti veri e
potenziali ed anche dei semplici curiosi.
Sono le eroine sconosciute del Salone; coloro che faticano di più. Ebbene ad esse è da attribuire occhio lungo
e singolare esperienza nel giudicare le visitatrici. In realtà le loro opinioni non sono molto
lusinghiere verso certi "tipi umani" un pò troppo stilizzati, che
frequentano sopratutto il padiglione più raffinato: quello dei carrozzieri.
Ne abbiamo ascoltate due: la prima, senza falsi eufemismi ci
ha detto: "Le visitatrici, per lo
più, non guardano le macchine.
Considerano con attenzione il colore della carrozzeria e quello della
tappezzeria; poi allungano il braccio e rapidamente valutano se quei colori si
adatterebbero alla tinta del vestito che indossano in quel momento. In altri termini vorrebbero una macchina per
ogni vestito del loro guardaroba. L'interesse
tecnico manca totalmente. Per esempio
ho sentito più volte belle signore che, ritte dinanzi alla "Osca",
domandavano: "Che cosa è quel coso tondo che sta di dietro? quella specie di grosso cuscino? Si tratta come si sa, della ruota di scorta. Ma questo è un particolare che sfugge alle
visitatrici. Insomma queste care,
eleganti signore convengono qui per sfoggiare belle acconciature e abiti di
grandi case e considerano la macchina come un ornamento. Beate loro che possono consentirsi un simile
lusso..."
(la seconda) si dimostra, forse ancora più caustica:
"In genere le donne - dichiara -
guardano più che le macchine come sono vestite le altre donne, specie se
eleganti. Pochissime sono coloro che
hanno qualche conoscenza tecnica. Quasi
tutte si soffermano soltanto sui pregi della linea, anche se sono divise in due
categorie: le amanti della linea classica ("Appia",
"Giulietta" e simili), specialmente spider; e quelle - sono però in
numero molto inferiore - che prediligono
le fuori serie ultramoderne. E così
vediamo passare sotto i nostri occhi volti ed espressioni che vanno dallo
stupore, all'ammirazione, all'indifferenza e persino alla noia. Insomma, decisamente, le signore
preferiscono i bei vestiti alle macchine.
Che ne penseranno i mariti?
Giovanni Costa
domenica 9 novembre 2014
British Hot 100 (pt. 6)
- 062) Mr. Acker Bilk -Buona sera (de rose-sigman)
- 063) The Ramrods - Riders in the sky (jones)
- 064) The String-A-Longs - Wheels (petty)
- 065) Lonnie Donegan - Havea drink on me (trad. ledbetter-lomax)
- 066) Clarence 'Frogman'Henry - You always hurt the one you love (fisher-roberts)
- 067) Joe Loss - Wheels cha cha (petty)
- 068) Connie Francis - Baby roo (sedaka-greenfield)
- 068) Connie Francis - Where the boys are (sedaka-greenfield)
- 069) Anthony Newley - And the heavens cried (elias-reid)
- 070) US Bonds - Quarter to three (anderson-barge-guida-royster)
- 072) Bobby Vee - Rubber ball (orlowski)
- 073) Dave Brubeck - Take five (desmond)
- 074) Sam Cooke - Cupid (cooke)
Salone Internazionale dell'Automobile di Torino (4 novembre 1961)
gentilmente fornita da Attilio di Verona
La mancanza di "bombe" in fatto di prezzi e la
pressoché assenza di novità eclatanti in fatto di tipi di vetture per la massa
hanno dato a questo Salone una caratteristica, che è forse il vero segno dei
tempi che stiamo attraversando: quella della riflessione. Per intenderci: il grosso pubblico, per
nulla distratto da clamorosi crolli di prezzi o dalla corsa alla nuova vettura
ha tutto il tempo e tutta la tranquillità per scegliere ponderatamente,
confrontare la merce offerta con i propri gusti, le proprie disponibilità, le
proprie esigenze. Questo, insomma, può
essere definito il Salone della responsabilità.
Basta avere un pò di tempo: girando di stand in stand,
consuntando depliant, interrogando i rappresentanti delle Case, vedendo con i
propri occhi e, infine, guidando personalmente le vetture che appartengono alla
"rosa" dei propri desideri, ci si rende conto con immediatezza della
bontà di una scelta. Eccole qui, sono
tutte in bell'ordine le 350 vetture da scegliere. Guardandole dalla galleria potete fare
mentalmente i vostri calcoli, mentre con la coda dell'occhio fate il paragone
fra quella meno bella e più economica e quella più bella e meno economica.
E' certo difficile districarsi fra il molto che vi viene
offerto e il non troppo che voi volete dare in cambio. Ma la pratica del comune mortale nel
giudicare linee estetiche e rapporti di compressione, comodità e ripresa è
aumentata notevolmente in questi ultimi anni con l'aumentare di pari passo
della diffusione dell'automobile anche fra strati sociali non certo
benestanti. In questo senso, il nostro
piccolo referendum, iniziato appena ieri su queste nostre colonne, rappresenta
una dimostrazione probante. Le risposte
finora pervenuteci sono una rappresentanza abbastanza completa di coloro che
costiuiscono il mercato dell'automobile.
Vi è così l'operaio di una fabbrica torinese che, volendo passare dallo
scooter alla macchina, ha naturalmente appuntato la sua attenzione sulla
"500". Perché? Ce lo dice lui stesso. Perché costa poco e, vivaddio, con le
temperature proibitive di queste zone, risparmia all'automobilista le
preoccupazioni dei congelamenti e dei surriscaldamenti. C'è poi il commerciante già ben avviato che
mira alla Mercedes "190". Per
il prezzo che costa -egli sostiene- e per le prestazioni che offre in cambio è
la macchina ideale per chi vuol fare la sua figura di uomo arrivato.
C'è un giovanotto che si limita invece a preferire la Fiat
"1300" perché "gli piace la linea"; un ingegnere ritiene al
contrario che la linea non è originale, ma la vettura è, nel suo insieme, bella
e soddisfacente anche dal punto di vista tecnico.
L'elemento comune che si ricava dalle prime risposte
pervenute al nostro questionario è che il pubblico va selezionando sempre più
non soltanto per la fondamentale faccenda dei soldi, ma soprattutto per l'uso
che intende fare della macchina. Il
medico, che deve spostarsi continuamente dalla casa di un cliente a un'altra,
preferisce decisamente la "600" se risiede in città, mentre si
orienta per una vettura più comoda, robusta e capace se la "piazza"
che deve battere si trova proiettata verso la periferia dei grandi centri
urbani. E' evidente che il problema del
parcheggio gioca parecchio in questa scelta, a prescindere dalla consistenza
economica della clientela di quel medico e, di conseguenza, del medico stesso.
Così per gli impiegati che ogni mattina alle otto debbono
affollare gli scarsi parcheggi intorno ai ministeri e agli altri uffici: che se
la comprano a fare una grossa berlina se poi non sanno dove metterla?
Un altro elemento che emerge con forza dalle risposte al
questionario è quello della utilitarietà che deve avere la macchina. Il giornalista, il medico, l'impiegato
rifuggono da auto decappottabili. In
genere la lasciano di notte sotto casa per non perder tempo al mattino quando
devono recarsi al lavoro in fretta e furia.
Figurarsi se hanno voglia e tempo di arrotolare e srotolare la
cappotta! Le macchine scoperte sono
invece preferite dalle signore o perché hanno l'autista o perché possono sempre
contare sul soccorso spontaneo (anche se non disinteressato) di qualche
passante. D'estate, poi, le auto
scoperte fanno tanto chic e i capelli al vento, si sa, abbelliscono la donna.
Per motivi più concreti, altra gente, che non vuo, perder
tempo, punta gli occhi sulle auto con raffreddamento ad ariao, addirittura, su
quelle ultime uscite che non hanno bisogno neanche del periodico
ingrassaggio. Se inventassero l'auto
che fa benzina in marcia e si cambia l'olio da sola, questa sarebbe senz'altro
la più accetta. A questa categoria
appartengono senza dubbio coloro che, oltre a non voler aver fastidi, vogliono
spendere poco. Così, prima di scegliere
la carrozzeria, scelgono senz'altro il costo chilometrico. Tabelle alla mano, prendono in esame tutte
le vetture di loro gusto che comportino un dato costo al chilometro. E vince senz'altro la macchina che fa loro
risparmiare 20 centesimi rispetto a tutte le altre. [...]
Pasquale Balsamo
domenica 2 novembre 2014
British Hot 100 (pt. 5)
- 049) Johnny Dankworth - African waltz (macdermot)
- 050) Shirley Bassey - You'll never know (warren-gordon)
- 051) Elvis Presley - I feel so bad (willis)
- 051) Elvis Presley - Wild in the country (peretti-creatore-weiss)
- 052) Mr. Acker Bilk - That's my home (rene-ellison)
- 053) Matt Monro - My kind of girl (bricusse)
- 054) Cliff Richard - Gee whiz it's you (marvin-samwell)
- 055) Karl Denver – Marcheta (schertzinger)
- 056) Roy Orbison - Running scared (orbison-melson)
- 057) Adam Faith - The time has come (worsley)
- 058) The Brook Brothers - Warpaint (mann-greenfield)
- 059) Craig Douglas – Time (kaye-springer)
- 060) Del Shannon - Hats off to Larry (shannon)
- 061) The Drifters - Savet he last dance for me (pomus-shuman)
Salone Internazionale dell'Automobile di Torino (3 novembre 1961)
gentilmente fornita da Attilio di Verona
Niente di nuovo sotto il sole. ogni
età dell'uomo corrisponde a precise scelte. In tutte le cose. E
perciò anche per quanto riguarda l'automobile. I giovani
preferiscono correre; pensano che tutta la vita sia una corsa a
perdifiato. I più attempati preferiscono la comodità, la
pantofola, in altri termini, che si sostituisce col tempo alla
scarpina di vernice.
A considerazioni del genere siamo
indotti dopo una rapida rassegna dei gusti dei visitatori del
Salone, ottenuta attraverso brevi interviste con persone o gruppi di
persone colti ieri mattina a girovagare fra gli stands. I diversi
cicli della vita umana sono valutabili mediante le singole
preferenze; cicli che si diversificano a seconda delle attitudini
individuali e delle attività professionali, che indubbiamente
incidono sul carattere e quindi sulle scelte che ciascun uomo compie
in qualsiasi campo. [...] moltissimi i giudizi ascoltati e tutti
differenti, ma tali, comunque, da consentire la classificazione, un
poco grossolana e superficiale, di poco prima: i giovani aspirano
alle ebbrezze della velocità pura; gli anziani alla solidità,
durata, economia.
E non solo: i ragazzi sognano la due
posti scanzonata e aggressiva; gli anziani la macchina spaziosa,
capace di ospitare molti figli, una moglie, gran copia di bagagli.
[...]
Giovanni Costa
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