domenica 9 novembre 2014

Salone Internazionale dell'Automobile di Torino (4 novembre 1961)

gentilmente fornita da Attilio di Verona
 




La mancanza di "bombe" in fatto di prezzi e la pressoché assenza di novità eclatanti in fatto di tipi di vetture per la massa hanno dato a questo Salone una caratteristica, che è forse il vero segno dei tempi che stiamo attraversando: quella della riflessione.   Per intenderci: il grosso pubblico, per nulla distratto da clamorosi crolli di prezzi o dalla corsa alla nuova vettura ha tutto il tempo e tutta la tranquillità per scegliere ponderatamente, confrontare la merce offerta con i propri gusti, le proprie disponibilità, le proprie esigenze.   Questo, insomma, può essere definito il Salone della responsabilità.
Basta avere un pò di tempo: girando di stand in stand, consuntando depliant, interrogando i rappresentanti delle Case, vedendo con i propri occhi e, infine, guidando personalmente le vetture che appartengono alla "rosa" dei propri desideri, ci si rende conto con immediatezza della bontà di una scelta.   Eccole qui, sono tutte in bell'ordine le 350 vetture da scegliere.   Guardandole dalla galleria potete fare mentalmente i vostri calcoli, mentre con la coda dell'occhio fate il paragone fra quella meno bella e più economica e quella più bella e meno economica.
E' certo difficile districarsi fra il molto che vi viene offerto e il non troppo che voi volete dare in cambio.    Ma la pratica del comune mortale nel giudicare linee estetiche e rapporti di compressione, comodità e ripresa è aumentata notevolmente in questi ultimi anni con l'aumentare di pari passo della diffusione dell'automobile anche fra strati sociali non certo benestanti.   In questo senso, il nostro piccolo referendum, iniziato appena ieri su queste nostre colonne, rappresenta una dimostrazione probante.   Le risposte finora pervenuteci sono una rappresentanza abbastanza completa di coloro che costiuiscono il mercato dell'automobile.   Vi è così l'operaio di una fabbrica torinese che, volendo passare dallo scooter alla macchina, ha naturalmente appuntato la sua attenzione sulla "500".   Perché?  Ce lo dice lui stesso.   Perché costa poco e, vivaddio, con le temperature proibitive di queste zone, risparmia all'automobilista le preoccupazioni dei congelamenti e dei surriscaldamenti.   C'è poi il commerciante già ben avviato che mira alla Mercedes "190".   Per il prezzo che costa -egli sostiene- e per le prestazioni che offre in cambio è la macchina ideale per chi vuol fare la sua figura di uomo arrivato.
C'è un giovanotto che si limita invece a preferire la Fiat "1300" perché "gli piace la linea"; un ingegnere ritiene al contrario che la linea non è originale, ma la vettura è, nel suo insieme, bella e soddisfacente anche dal punto di vista tecnico.
L'elemento comune che si ricava dalle prime risposte pervenute al nostro questionario è che il pubblico va selezionando sempre più non soltanto per la fondamentale faccenda dei soldi, ma soprattutto per l'uso che intende fare della macchina.   Il medico, che deve spostarsi continuamente dalla casa di un cliente a un'altra, preferisce decisamente la "600" se risiede in città, mentre si orienta per una vettura più comoda, robusta e capace se la "piazza" che deve battere si trova proiettata verso la periferia dei grandi centri urbani.   E' evidente che il problema del parcheggio gioca parecchio in questa scelta, a prescindere dalla consistenza economica della clientela di quel medico e, di conseguenza, del medico stesso.
Così per gli impiegati che ogni mattina alle otto debbono affollare gli scarsi parcheggi intorno ai ministeri e agli altri uffici: che se la comprano a fare una grossa berlina se poi non sanno dove metterla?
Un altro elemento che emerge con forza dalle risposte al questionario è quello della utilitarietà che deve avere la macchina.   Il giornalista, il medico, l'impiegato rifuggono da auto decappottabili.   In genere la lasciano di notte sotto casa per non perder tempo al mattino quando devono recarsi al lavoro in fretta e furia.   Figurarsi se hanno voglia e tempo di arrotolare e srotolare la cappotta!   Le macchine scoperte sono invece preferite dalle signore o perché hanno l'autista o perché possono sempre contare sul soccorso spontaneo (anche se non disinteressato) di qualche passante.   D'estate, poi, le auto scoperte fanno tanto chic e i capelli al vento, si sa, abbelliscono la donna.
Per motivi più concreti, altra gente, che non vuo, perder tempo, punta gli occhi sulle auto con raffreddamento ad ariao, addirittura, su quelle ultime uscite che non hanno bisogno neanche del periodico ingrassaggio.   Se inventassero l'auto che fa benzina in marcia e si cambia l'olio da sola, questa sarebbe senz'altro la più accetta.   A questa categoria appartengono senza dubbio coloro che, oltre a non voler aver fastidi, vogliono spendere poco.   Così, prima di scegliere la carrozzeria, scelgono senz'altro il costo chilometrico.   Tabelle alla mano, prendono in esame tutte le vetture di loro gusto che comportino un dato costo al chilometro.   E vince senz'altro la macchina che fa loro risparmiare 20 centesimi rispetto a tutte le altre. [...]
 
Pasquale Balsamo
   
 

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