lunedì 24 novembre 2014

British Hot 100 (pt. 8)





  1. 091) Lonnie Donegan - Lumbered (bricusse.newley)
  2. 092) Neil Sedaka - Little devil (sedaka-greenfield)
  3. 093) Eden Kane - Get lost (vandyke)
  4. 096) Don Gibson - Sea of heart break (hampton-david)
  5. 100) Craig Douglas - 100 pounds of Clay (elgin-dixon-rogers)


 

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Salone Internazionale dell'Automobile di Torino (7 novembre 1961)

 
 

Una delle cose più piacevoli, quando ci capita di provare una vettura, è di imparare a conoscere il cambio. Ciò nel caso di vetture "strane" come la Citroen Ami 6. E' appunto una delle macchine il cui cambio non ha la prima in alto, ecc. Con una macchina normale, con una macchina cioè come ce ne sono tante, il collaudatore vi dice semplicemente: "Guardi ha la prima in alto" e aggiunge invariabilmente "come sulla Fiat".
La Citroen Ami 6 non è di queste. Ha la prima in basso e, in corrispondenza di essa, la retromarcia. Uno, dunque, tira a sé la leva del cambio che è posta sul cruscotto e per innestare la seconda torna a spingere la leva ma spostandola leggermente verso destra. La terza è in basso nello stesso "asse" della seconda, mentre la quarta si trova di nuovo in alto e per infilarla occorre far si che la leva venga di nuovo premuta verso destra.
[...] I primi minuti della nostra prova, dunque li occupammo in questa bisogna, il che ci ha distratto per un certo tempo dalle altre caratteristiche del veicolo.
Soffermandoci, dunque, sull'estetica, dichiarando senza indugi che era difficile fare una macchina più brutta di questa. C'è un certo gusto dell'orrido, specialmente nel modo come è stata trattata la parte anteriore, degno di miglior causa. Ma la parola bruttezza non fa davvero paura alla Citroen.[...]
Con i suoi 600cc. di cilindrata appena, la Ami 6 è però una macchina da far invidia a una 1100, sebbene quel motore non possa far miracoli se non per quanto riguarda il consumo che ci dicono davvero irrisorio. Non può fare miracoli, dicevamo, nel senso della ripresa e della velocità massima, requisiti - d'altra parte - che in una macchina sono quasi sempre in funzione indiretta del consumo medesimo.
[...] Posto che non c'è da aspettarsi scatti fulminei al sopraggiungere del verde, vi sorprenderà piacevolmente in questa macchina l'ottima aderenza al terreno in rettilineo, il comfort da grande routiere e, meno, l'eccessivo coricamento in curva che non equivale - sia chiaro - ad una scorretta tenuta di strada, ma ad un semplice coricamento come quei guidatori che accompagnano con la testa le virate della loro macchina. Scarso il rumore del motore che tuttavia è un bicilindro e molto spazioso l'abitacolo.
Conoscendo la proverbiale solidità della Citroen non ci vuole molto a capire che anche questa sua ultima creatura rientra egregiamente tra le macchine splendidamente pratiche.

Driver

 
 


 

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domenica 23 novembre 2014

British Hot 100 (pt. 7)

 



  1. 076) Tony Orlando - Bless you (mann-weil)
  2. 077) Neil Sedaka - Calendar girl (sedaka-greenfield)
  3. 078) Emile Ford - Counting teardrops (greenfield-mann)
  4. 080) Connie Francis - Together (brown-henderson-de sylva)
  5. 081) Buddy Holly - Baby I don't care (leiber-stoller)
  6. 081) Buddy Holly - Valley of tears (domino-bartholomew)
  7. 084) Elvis Presley - It'snow or never ('o sole mio) (di capua-gold-schroeder)
  8. 086) Karl Denver - Mexicali rose (tenney-stone)
  9. 087) Bobby Vee - How many tears (goffin-king)

 
 

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Salone Internazionale dell'Automobile di Torino (5 novembre 1961)

 




[...] non possiamo sottrarci alla tentazione di ascoltare due giovani "standiste" ossia quelle signorine pazienti e affabili che si fanno in quattro per soddisfare le esigenze dei clienti veri e potenziali ed anche dei semplici curiosi.   Sono le eroine sconosciute del Salone; coloro che faticano di più.    Ebbene ad esse è da attribuire occhio lungo e singolare esperienza nel giudicare le visitatrici.   In realtà le loro opinioni non sono molto lusinghiere verso certi "tipi umani" un pò troppo stilizzati, che frequentano sopratutto il padiglione più raffinato: quello dei carrozzieri.
Ne abbiamo ascoltate due: la prima, senza falsi eufemismi ci ha detto:  "Le visitatrici, per lo più, non guardano le macchine.   Considerano con attenzione il colore della carrozzeria e quello della tappezzeria; poi allungano il braccio e rapidamente valutano se quei colori si adatterebbero alla tinta del vestito che indossano in quel momento.   In altri termini vorrebbero una macchina per ogni vestito del loro guardaroba.   L'interesse tecnico manca totalmente.   Per esempio ho sentito più volte belle signore che, ritte dinanzi alla "Osca", domandavano: "Che cosa è quel coso tondo che sta di dietro?   quella specie di grosso cuscino?  Si tratta come si sa, della ruota di scorta.   Ma questo è un particolare che sfugge alle visitatrici.   Insomma queste care, eleganti signore convengono qui per sfoggiare belle acconciature e abiti di grandi case e considerano la macchina come un ornamento.   Beate loro che possono consentirsi un simile lusso..."
(la seconda) si dimostra, forse ancora più caustica: "In genere le donne - dichiara -  guardano più che le macchine come sono vestite le altre donne, specie se eleganti.   Pochissime sono coloro che hanno qualche conoscenza tecnica.   Quasi tutte si soffermano soltanto sui pregi della linea, anche se sono divise in due categorie: le amanti della linea classica ("Appia", "Giulietta" e simili), specialmente spider; e quelle - sono però in numero molto inferiore -  che prediligono le fuori serie ultramoderne.   E così vediamo passare sotto i nostri occhi volti ed espressioni che vanno dallo stupore, all'ammirazione, all'indifferenza e persino alla noia.   Insomma, decisamente, le signore preferiscono i bei vestiti alle macchine.    Che ne penseranno i mariti?

Giovanni Costa




 
 
 

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domenica 9 novembre 2014

British Hot 100 (pt. 6)

 




  1. 062) Mr. Acker Bilk -Buona sera (de rose-sigman)
  2. 065) Lonnie Donegan - Havea drink on me (trad. ledbetter-lomax)
  3. 068) Connie Francis - Baby roo (sedaka-greenfield)
  4. 068) Connie Francis - Where the boys are (sedaka-greenfield)
  5. 070) US Bonds - Quarter to three (anderson-barge-guida-royster)
  6. 072) Bobby Vee - Rubber ball (orlowski)
  7. 073) Dave Brubeck - Take five (desmond)
  8. 074) Sam Cooke - Cupid (cooke)

 
 

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Salone Internazionale dell'Automobile di Torino (4 novembre 1961)

gentilmente fornita da Attilio di Verona
 




La mancanza di "bombe" in fatto di prezzi e la pressoché assenza di novità eclatanti in fatto di tipi di vetture per la massa hanno dato a questo Salone una caratteristica, che è forse il vero segno dei tempi che stiamo attraversando: quella della riflessione.   Per intenderci: il grosso pubblico, per nulla distratto da clamorosi crolli di prezzi o dalla corsa alla nuova vettura ha tutto il tempo e tutta la tranquillità per scegliere ponderatamente, confrontare la merce offerta con i propri gusti, le proprie disponibilità, le proprie esigenze.   Questo, insomma, può essere definito il Salone della responsabilità.
Basta avere un pò di tempo: girando di stand in stand, consuntando depliant, interrogando i rappresentanti delle Case, vedendo con i propri occhi e, infine, guidando personalmente le vetture che appartengono alla "rosa" dei propri desideri, ci si rende conto con immediatezza della bontà di una scelta.   Eccole qui, sono tutte in bell'ordine le 350 vetture da scegliere.   Guardandole dalla galleria potete fare mentalmente i vostri calcoli, mentre con la coda dell'occhio fate il paragone fra quella meno bella e più economica e quella più bella e meno economica.
E' certo difficile districarsi fra il molto che vi viene offerto e il non troppo che voi volete dare in cambio.    Ma la pratica del comune mortale nel giudicare linee estetiche e rapporti di compressione, comodità e ripresa è aumentata notevolmente in questi ultimi anni con l'aumentare di pari passo della diffusione dell'automobile anche fra strati sociali non certo benestanti.   In questo senso, il nostro piccolo referendum, iniziato appena ieri su queste nostre colonne, rappresenta una dimostrazione probante.   Le risposte finora pervenuteci sono una rappresentanza abbastanza completa di coloro che costiuiscono il mercato dell'automobile.   Vi è così l'operaio di una fabbrica torinese che, volendo passare dallo scooter alla macchina, ha naturalmente appuntato la sua attenzione sulla "500".   Perché?  Ce lo dice lui stesso.   Perché costa poco e, vivaddio, con le temperature proibitive di queste zone, risparmia all'automobilista le preoccupazioni dei congelamenti e dei surriscaldamenti.   C'è poi il commerciante già ben avviato che mira alla Mercedes "190".   Per il prezzo che costa -egli sostiene- e per le prestazioni che offre in cambio è la macchina ideale per chi vuol fare la sua figura di uomo arrivato.
C'è un giovanotto che si limita invece a preferire la Fiat "1300" perché "gli piace la linea"; un ingegnere ritiene al contrario che la linea non è originale, ma la vettura è, nel suo insieme, bella e soddisfacente anche dal punto di vista tecnico.
L'elemento comune che si ricava dalle prime risposte pervenute al nostro questionario è che il pubblico va selezionando sempre più non soltanto per la fondamentale faccenda dei soldi, ma soprattutto per l'uso che intende fare della macchina.   Il medico, che deve spostarsi continuamente dalla casa di un cliente a un'altra, preferisce decisamente la "600" se risiede in città, mentre si orienta per una vettura più comoda, robusta e capace se la "piazza" che deve battere si trova proiettata verso la periferia dei grandi centri urbani.   E' evidente che il problema del parcheggio gioca parecchio in questa scelta, a prescindere dalla consistenza economica della clientela di quel medico e, di conseguenza, del medico stesso.
Così per gli impiegati che ogni mattina alle otto debbono affollare gli scarsi parcheggi intorno ai ministeri e agli altri uffici: che se la comprano a fare una grossa berlina se poi non sanno dove metterla?
Un altro elemento che emerge con forza dalle risposte al questionario è quello della utilitarietà che deve avere la macchina.   Il giornalista, il medico, l'impiegato rifuggono da auto decappottabili.   In genere la lasciano di notte sotto casa per non perder tempo al mattino quando devono recarsi al lavoro in fretta e furia.   Figurarsi se hanno voglia e tempo di arrotolare e srotolare la cappotta!   Le macchine scoperte sono invece preferite dalle signore o perché hanno l'autista o perché possono sempre contare sul soccorso spontaneo (anche se non disinteressato) di qualche passante.   D'estate, poi, le auto scoperte fanno tanto chic e i capelli al vento, si sa, abbelliscono la donna.
Per motivi più concreti, altra gente, che non vuo, perder tempo, punta gli occhi sulle auto con raffreddamento ad ariao, addirittura, su quelle ultime uscite che non hanno bisogno neanche del periodico ingrassaggio.   Se inventassero l'auto che fa benzina in marcia e si cambia l'olio da sola, questa sarebbe senz'altro la più accetta.   A questa categoria appartengono senza dubbio coloro che, oltre a non voler aver fastidi, vogliono spendere poco.   Così, prima di scegliere la carrozzeria, scelgono senz'altro il costo chilometrico.   Tabelle alla mano, prendono in esame tutte le vetture di loro gusto che comportino un dato costo al chilometro.   E vince senz'altro la macchina che fa loro risparmiare 20 centesimi rispetto a tutte le altre. [...]
 
Pasquale Balsamo
   
 

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domenica 2 novembre 2014

British Hot 100 (pt. 5)

 



  1. 051) Elvis Presley - Wild in the country (peretti-creatore-weiss)
  2. 052) Mr. Acker Bilk - That's my home (rene-ellison)
  3. 054) Cliff Richard - Gee whiz it's you (marvin-samwell)
  4. 055) Karl Denver – Marcheta (schertzinger)
  5. 056) Roy Orbison - Running scared (orbison-melson)
  6. 058) The Brook Brothers - Warpaint (mann-greenfield)
  7. 059) Craig Douglas – Time (kaye-springer)


 

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Salone Internazionale dell'Automobile di Torino (3 novembre 1961)

gentilmente fornita da Attilio di Verona
 



Niente di nuovo sotto il sole. ogni età dell'uomo corrisponde a precise scelte. In tutte le cose. E perciò anche per quanto riguarda l'automobile. I giovani preferiscono correre; pensano che tutta la vita sia una corsa a perdifiato. I più attempati preferiscono la comodità, la pantofola, in altri termini, che si sostituisce col tempo alla scarpina di vernice.
A considerazioni del genere siamo indotti dopo una rapida rassegna dei gusti dei visitatori del Salone, ottenuta attraverso brevi interviste con persone o gruppi di persone colti ieri mattina a girovagare fra gli stands. I diversi cicli della vita umana sono valutabili mediante le singole preferenze; cicli che si diversificano a seconda delle attitudini individuali e delle attività professionali, che indubbiamente incidono sul carattere e quindi sulle scelte che ciascun uomo compie in qualsiasi campo. [...] moltissimi i giudizi ascoltati e tutti differenti, ma tali, comunque, da consentire la classificazione, un poco grossolana e superficiale, di poco prima: i giovani aspirano alle ebbrezze della velocità pura; gli anziani alla solidità, durata, economia.
E non solo: i ragazzi sognano la due posti scanzonata e aggressiva; gli anziani la macchina spaziosa, capace di ospitare molti figli, una moglie, gran copia di bagagli. [...]
 
Giovanni Costa


 

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