gentilmente fornita da Attilio di Verona
Che i tempi siano mutati, anche per i saloni e le mostre
automobilistiche, lo si rileva non tanto attraverso la produzione esposta nei
diversi stand, quanto sopratutto attraverso i discorsi ufficiali, lo scambio di
impressioni personali, i commenti. Un tempo si parlava e si discuteva di
applicazioni tecniche, di novità costruttive, oggi si parla di investimenti, di
prezzi, di mano d'opera, di dazi doganali. L'automobile, che è alla fine il protagonista
di queste mostre sembra passare in secondo piano; non di esso si parla o si
discute, ma dei problemi della sua produzione e della sua espansione.
[...]
Le preoccupazioni attuali dell'industria automobilistica non
sono già quelle che alcuni avevano previsto con la introduzione della
automazione, ma sibbene quelle opposte. Anche della industria italiana la quale pure
potendo disporre di una riserva di disoccupati ancora notevole nel nostro paese,
sta sentendo la crisi degli specializzati. Una crisi che negli altri paesi sta
diventando tale da compromettere i piani di espansione. Oggi non preoccupano i piani di investimento
dei nuovi e necessari impianti e per le nuove attrezzature, ma le difficoltà di
trovare gli uomini che siano in grado di fare funzionare impianti e macchine
utensili.[...]
Il problema è tanto più serio perchè le previsioni per
l'avvenire immediato sono nettamente favorevoli. Il Italia la produzione passerà dalle 644.617
unità del 1960 alle 730.000 alla fine di questo anno. [...] Per il 1970 si
prevede che sulle nostre strade al ritmo attuale, circoleranno sette milioni di
unità.
[...]
Giovanni Canestrini
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