domenica 24 agosto 2014

Salone Internazionale dell'Automobile di Torino (29 ottobre 1961)

gentilmente fornita da Attilio di Verona
 
 

Che i tempi siano mutati, anche per i saloni e le mostre automobilistiche, lo si rileva non tanto attraverso la produzione esposta nei diversi stand, quanto sopratutto attraverso i discorsi ufficiali, lo scambio di impressioni personali, i commenti.   Un tempo si parlava e si discuteva di applicazioni tecniche, di novità costruttive, oggi si parla di investimenti, di prezzi, di mano d'opera, di dazi doganali.   L'automobile, che è alla fine il protagonista di queste mostre sembra passare in secondo piano; non di esso si parla o si discute, ma dei problemi della sua produzione e della sua espansione.
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Le preoccupazioni attuali dell'industria automobilistica non sono già quelle che alcuni avevano previsto con la introduzione della automazione, ma sibbene quelle opposte.   Anche della industria italiana la quale pure potendo disporre di una riserva di disoccupati ancora notevole nel nostro paese, sta sentendo la crisi degli specializzati.   Una crisi che negli altri paesi sta diventando tale da compromettere i piani di espansione.   Oggi non preoccupano i piani di investimento dei nuovi e necessari impianti e per le nuove attrezzature, ma le difficoltà di trovare gli uomini che siano in grado di fare funzionare impianti e macchine utensili.[...]
Il problema è tanto più serio perchè le previsioni per l'avvenire immediato sono nettamente favorevoli.   Il Italia la produzione passerà dalle 644.617 unità del 1960 alle 730.000 alla fine di questo anno. [...] Per il 1970 si prevede che sulle nostre strade al ritmo attuale, circoleranno sette milioni di unità.
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Giovanni Canestrini



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