sabato 19 luglio 2014

Lettere al direttore - L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA

riviste gentilmente fornite da Roberto di roma 
 
 


Non sono un letterato, tuttavia di tanto in tanto mi piace passare in libreria ed acquistare il romanzo di cui si parla.   Così recentemente ho acquistato "Ulisse" di Joyce, finalmente tradotto anche in Italia.   Molti miei amici me ne avevano parlato ed anche il libraio me lo ha presentato come un capolavoro della letteratura di tutti i tempi.   Ma le confesso che non sono andato oltre la centesima pagina.   Come spiega Lei il successo editoriale di un romanzo tanto difficile e inconsueto?
 
Vittorio B. (milano)
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Con centinaia e centinaia di casi simili al Suo.
 
(gennaio 1961)
 
 
 
 
Vorrei chiederLe una precisazione circa il sottotitolo che avete apposto all'articolo "Il mistero dei Magi" (gennaio).   Come mai definite favolosa leggenda la adorazione dei Magi?   Il santo Vangelo è ridotto alla proporzione delle favole di Grimm?
 
guse (sesto san giovanni)
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Dei magi (dal persiano magush = sapiente) non parlano tutti gli evangelisti, ma solo Matteo (II, 1-12) il quale si limita  genericamente ad affermare che vennero dall'oriente a Gerusalemme per offrire oro, incenso e mirra al Bambino Gesù, senza specificare né i loro titoli, né il loro numero.   Solo la tradizione popolare cristiana disse che i magi erano tre, attribuì loro dignità regale e inventò i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.   Penso pertanto che, in senso lato, il termine "leggenda" possa essere usato a proposito.
 
(febbraio 1961)
 
 
 
 
ma cos'è questo ridicolo tira e molla della censura? Rocco permesso, Rocco censurato, Rocco oscurato, Rocco di nuovo permesso.   La notte va benissimo, La notte deve subire qualche taglio, La notte  può essere programmata, La notte deve sottoporsi a qualche altro taglio.   E ora si ricomincia con l'Arialda.   Permessa a Roma, vietata a Milano:   Che sta succedendo?
 
Antonio M. (firenze)
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Le risponderò con le parole (di un critico francese) a proposito dell'ultimo film di Antonioni: "A Milano La notte è stata censurata.   Ma si rende conto l'Italia, famosa soprattutto per le sue antiche rovine, che il suo cinema è vivo?   Si rende conto che attualmente è il primo del mondo?"
 
(marzo 1961)
 
 
 
 
recentemente alcuni vescovi della Germania occidentale hanno indirizzato una lettera al ministro dell'Educazione dell'Assia per raccomandargli l'abolizione delle classi miste nelle scuole della regione.   A sostegno della loro tesi i prelati citavano non soltanto i pericoli della promiscuità, ma anche il fatto che lo sviluppo intellettuale dei due sessi non procede di pari passo.   Le ragazze -essi sostenevano- sono notevolmente più precoci dei maschi, e quindi nelle classi miste si crea, un disquilibrio che nuoce alla regolarità dell'insegnamento.   Mia moglie, che è tedesca e cattolica, trova fondate simili argomentazioni.   Io invece sono fautore delle classi miste.  
 
Enzo M. (trento)
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Sia lodato il cielo!  Dopo aver dovuto sopportare ogni sorta di accuse (e giustificate, per giunta) sulla arretratezza di noi italiani in fatto di rapporti sessuali; dopo essere stato costretto ad abbassare lo sguardo ogni volta che a Londra o ad Amburgo, a Praga o a Stoccolma, qualcuno mi domandava se è vero che in Italia, e specialmente nel Meridione, gli uomini e le donne si comportano in questa e in quella maniera; dopo aver letto sui giornali anglosassoni le più pesanti ironie sugli autobus "per signore sole" istituiti dal Comune di Catania, avevo finito per credere che noi italiani fossimo ad uno degli ultimissimi posti nella graduatoria civile in fatto di rapporti sessuali.   Appena più su degli arabi e degli ottomani; lontanissimi comunque dai civilissimi e progreditissimi popoli del Settentrione.   Invece no.   Esistono degli anglosassoni, degli uomini del Nord, degli occhicerulei che, perlomeno in questo campo, sono nettamente alle nostre spalle.   Perché noi saremo, sì, pieni di remore, di pregiudizi, di tabù; ma al gradino delle classi miste, perbacco, ci siamo arrivati da tempo.
 
(aprile 1961)

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